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Storia dei videogiochi: dalla nascita dei primi arcade ai giorni nostri

I padri fondatori della storia dei videogiochi agli inizi della seconda metà del secolo scorso  si sorprenderebbero nel vedere come i videogames, oggi, rappresentino la forma mediale con il più alto flusso economico del mondo. Il settore vanta miliardi di consumatori, e produce milioni di posti di lavoro. Il suo fatturato non è raggiunto nemmeno sommando le entrate totali del cinema e della musica su scala mondiale.

L’intento di questo articolo è dare al lettore una visi one panoramica della componente videoludica dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi. Cercando di soffermarci sulle tappe storiche fondamentali che ne hanno portato alla rapida crescita ed evoluzione, e sulle console e titoli di videogiochi cult della nostra cultura.

 

Gli anni della sperimentazione anglosassone

Le prime forme di interazione uomo-macchina sotto forma ludica si possono ricondurre verso la fine degli anni ‘40. L’obiettivo era quello di dimostrare le capacità tecnologiche raggiunte dopo la Seconda guerra mondiale. Difatti, gli ambienti di sviluppo erano esclusivi di USA e Regno Unito, due dei paesi vincitori.

Le università più rinomate ricoprirono un ruolo importante nella nascita di questo nuovo strumento. È grazie all’ingegno dei propri studenti e ricercatori che nacquero i primi proto-videogiochi “giocabili” su pesanti e ingombranti tubi catodici. Non a caso fu un dottorando di Cambridge a programmare OXO per la sua tesi. Consisteva in una semplice rappresentazione grafica di tris, dove l’utente (singolo) aveva la possibilità di ingaggiare una partita contro il computer.

Nel 1958, 6 anni dopo OXO, un fisico statunitense creò Tennis for Two, visualizzato su un oscilloscopio analogico. Capace di rappresentare una simulazione interattiva (due giocatori) di una situazione di gioco al massimo dell’astrattezza. Le racchette venivano rappresentate come triangoli, e la pallina era un semplice punto sullo spazio. Per la traiettoria della stessa venne implementato un algoritmo che simulava la forza di gravità.

L’era del digitale ha inizio con Spacewar!, il gioco sparatutto in cui due astronavi cercavano di abbattersi a vicenda. Venne realizzato nel 1961 presso il MIT grazie all’utilizzo di uno dei primi computer ad avere la capacità di incorporare uno schermo come output visivo: il PDP-1. Ne furono prodotti solo una cinquantina di esemplari, usati soprattutto nelle università e laboratori di ricerca. Non sorprende l’esiguo numero dato il costo di fabbricazione che si aggirava sui 120mila $.

Decenni, in cui ad avere accesso a queste innovazioni tecnologiche erano per lo più accademici e imprenditori. Infatti, la popolazione era ancora all’oscuro, se non per qualche mostra o rivista d’avanguardia. Ma non rimarrà così per molto…

 

I pionieri industriali che danno il via alla storia dei videogiochi

La proliferazione di aziende dedicate ai videogame avvenne a partire dagli anni ‘70. Anni in cui molti imprenditori lungimiranti decisero di fondare società dedicate esclusivamente a questa innovativa forma di intrattenimento. È il decennio che ha visto la nascita di Atari e l’entrata in scena di Namco. Rispettivamente, i pionieri dell’industria in Usa e Giappone. Procediamo per ordine.

Ralph Baer vide un potenziale enorme nei 40 milioni di schermi televisivi presenti nelle case degli statunitensi. Le tv sarebbero potute diventare l’interfaccia di videogiochi grazie al collegamento di un apparecchio elettronico. Nel 1972, dopo anni di progettazione e negoziazione, esce la prima console della storia sotto la firma di Baer e il finanziamento di Magnavox, un’azienda statunitense di elettronica: nacque così Odyssey. Superò i confini americani, ma non lo si può considerare un successo perché la console non si insediò nell’ambiente casalingo come sperato. Le 300 mila unità vendute non bastarono a far continuare la produzione. Infatti, dopo tre anni il prodotto cessò di essere commercializzato.

Contemporaneamente a Baer, ci fu un altro imprenditore visionario. Nolan Bushnell è considerato l’uomo che ha iniziato il processo di popolarizzazione dei videogames. Dopo essere venuto a conoscenza di Spacewar!, l’imprenditore si dedicò allo sviluppo di un nuovo videogioco: Computer Space. Bushnell riadattò le macchine da flipper, già presenti nei bar del paese, in postazioni su cui far girare la sua creazione. E nonostante non ebbe il successo atteso, il cabinato in vetroresina su cui era installato Computer Space fu rivoluzionario. Stiamo parlando del primo videogioco arcade commercializzato su larga scala.

 

odyssey prima console al mondo
Ecco Odyssey, la prima console al mondo. Chi l’avrebbe immaginato a quel tempo che i videogiochi sarebbero entrati così tanto a far parte delle nostre vite quotidiane?

 

Atari inventa una nuova forma di intrattenimento elettronico

Dopo la delusione di Computer Space, Bushnell fonda Atari, azienda focalizzata sul mercato dei videogames. Il suo successo deriva dalla produzione e distribuzione di Pong, un videogioco arcade destinato ai luoghi pubblici che simula il tennistavolo. La natura pubblica di Pong permise a molti consumatori di avvicinarsi per la prima volta al nuovo medium senza investire cifre troppe elevate.

Visto il successo del videogioco, nel 1976 Atari commercializzò una versione casalinga di Pong, e l’apposita console in dotazione soppiantò la Odyssey di Baer.

Fino ai primi anni del 1980, Atari ebbe una posizione di predominio nel mercato mondiale. La supremazia durò finché non comparve sul palcoscenico il paese che sarebbe diventato la colonna portante del settore. Il Giappone.

 

Il Giappone dirige la storia dei videogiochi

Dopo la WWII il paese nipponico aveva assistito alla proliferazione su scala nazionale del gioco meccanico Pachinko. La somiglianza con il flipper, nato in occidente, è notevole. Tuttavia, è considerato un gioco d’azzardo.

Quando la cultura dei videogiochi aveva iniziato a diffondersi per il mondo, Atari cercò di inoltrarsi nel mercato giapponese instaurandovi una sede. Le cose però non andarono come previsto per le strette politiche economiche del paese, e dovette fondersi con un’altra azienda di elettronica. Nasce la Namco. La nuova società però non calcolò quanto il Pachinko fosse insito tra la popolazione. La produzione di videogiochi arcade della Namco non riuscì neppure a impossessarsi di una piccola fetta delle entrate della “slot machine”.

Ci riuscì Taito, azienda giapponese, con il celeberrimo Space Invaders nel 1978, il primo videogioco narrativo della storia. Non era mai successo che l’utente avesse una storia in un videogioco: proteggere la terra dall’invasione aliena. Le ondate dei “cattivi” diventavano sempre più difficili man mano che il giocatore superava i livelli. La competizione nelle game room e nei bar era alle stelle. Tutti volevano essere il detentore del miglior punteggio.

 

Pac-Man, il primo classico videoludico

Namco ottenne la sua rivincita nel 1980 mettendo in commercio Pac-Man nel formato arcade da sala. Nessun videogioco aveva mai avuto un personaggio con cui il giocatore potesse identificarsi, dall’uscita di Pac-Man sì. E fino ad allora nessuno si era avvicinato minimamente a una fama internazionale di tale portata. Tanto è vero che vennero vendute centinaia di migliaia di coin-op in tutto l’occidente. La sua popolarità non si fermò solo all’industria videoludica. Infatti, furono molte le aziende che produssero prodotti ad esso ispirati: cartoleria, tazze, cuscini, abbigliamenti…

 

Nintendo monopolizza il mercato videoludico mondiale

Il colpevole della crisi economica americana degli anni ’80 nel settore non poteva che essere Nintendo. Infatti, la società ha sbaragliato la concorrenza in poco tempo. Un esempio è SEGA, la rivale di quegli anni, che nonostante l’aggressiva campagna marketing non riuscì a ottenere il primato. Sonic, personaggio icona del marchio giapponese, ottenne la sua popolarità ma rimarrà l’eterno secondo dietro Mario.

 

Mario, il protagonista indiscusso della storia dei videogiochi

Se Pac-Man è considerato il primo personaggio famoso dei videogiochi, Mario è senza ombra di dubbio il protagonista della storia mondiale dei videogiochi. Ad oggi, l’intera serie (spin-off e prodotti ispirati inclusi) di Super Mario dedicata all’idraulico di origine italiana vanta più di 800 milioni di copie vendute.

Inizialmente si diffuse a macchia d’olio nei videogiochi arcade per poi spostarsi sulla console di Nintendo, il Famicom. Grazie alla quale Nintendo monopolizzò il mercato casalingo del Giappone e dell’Occidente.

 

super mario
Mario, Luigi e Yoshi: tre amatissimi personaggi della saga sul piccolo idraulico italiano alla ricerca della sua principessa

 

Il Game Boy: la prima console portatile di sempre

Nintendo fiutò il potenziale di una rivoluzione colossale: le console portatili. Così nel 1989 lancia il Game Boy, il primo del suo genere.  Il risultato fu spettacolare in termini di vendite, popolarità ed espansione. Consacrò definitivamente Nintendo non solo nell’industria videoludica, ma nell’economia mondiale come potenza in costante crescita.

Per la generazione di ragazzi degli anni 90 e delle successive è stato un vero compagno di avventure. Chi per aiutare Mario e Luigi a salvare la principessa Peach dal malvagio Bowser, chi per sconfiggere Blu e diventare campione della Lega Pokemon o chi per seguire Link nel fantastico mondo di Legend of Zelda.

 

L’inarrestabile macchina industriale dei videogiochi

Nintendo il primato però dovette cederlo molto presto. Alcuni storici ritengono che uno dei fattori determinanti sia stata la diffusione del Commodore-64, il computer home più venduto di sempre. Infatti, rappresenta il primo approccio con l’informatica per milioni di persone generando una sfarzosa community di programmatori e sviluppatori. Nonché la possibilità di sostituire le console per videogiochi di allora grazie al suo processore.

Da lì a poco le aziende sviluppatrici di videogiochi e piattaforme si moltiplicarono dando il via a un’incredibile commercializzazione di prodotti di vario genere. Per tale motivo venne a crearsi un’assidua competizione che continua tutt’oggi. Dove lo sviluppo tecnologico in generale favoriva l’uscita di prodotti più potenti, e dove quest’ultimi, specularmente, incitavano alla crescita tecnologica. Non c’è da stupirsi se tra queste, la ID Software, inventò il videogioco tridimensionale. Conoscete il suo fiore all’occhiello? Doom, lo sparatutto in prima persona portatore di innovazioni.

Vale lo stesso discorso per Microsoft e Sony. Il primo, apre il mercato dei videogiochi ai PC grazie a Windows 95. Il secondo, apre le porte della quinta generazione di console con la Playstation. Generazione, quella, nota per il ruolo chiave nel passaggio dal 2D al 3D, e per l’introduzione delle cartucce a dischi ottici dove vengono archiviati i videogames.

 

commodor-64 gameboy
Alcuni straordinari pezzi d’antiquariato tra cui un Commodor-64 e un GamBoy Nintendo, chissà quanti ricordi evocano nella memoria delle prime generazioni di gamer

 

 

Il terzo millennio e l’epopea dei videogames

Dopo il 2000 il settore videoludico raggiunse traguardi impensabili. Oltre a Nintendo le più prolifiche sono state Sony e Microsoft, due acerrime rivali del nostro tempo. Il loro nome ha raggiunto tutti gli angoli del pianeta favorendo, nella società di oggi, l’affermazione del nuovo medium.

La versione successiva alla Playstation, la PS2, uscita nel 2001, è la console più venduta di tutti i tempi. L’hanno accolta più di 150 milioni di case.  Dalla sua parte Microsoft, con la sua Xbox, è rimasta indietro solo in termini di vendite nonostante le prestazioni migliori. E generazione dopo generazione di console, siamo alla nona, si contendono da vent’anni la miglior console su cui fare girare i titoli più richiesti.

SEGA è l’illustre vittima di questa feroce competizione: dovette ridimensionarsi completamente passando in secondo piano. Anche Nintendo era rimasta notevolmente indietro, puntando esclusivamente sulle versioni successive del Game Boy.

Tra l’altro, une bella fetta del mercato “mobile” era in mano alla Sony con la Playstation Portable (PSP). La cui egemonia venne compromessa dall’avvento degli smartphone che col tempo hanno portato alla rapida decrescita delle console portatili.

La svolta per la casa fondatrice della serie di Super Mario però avviene nel 2006, anno di uscita della Nintendo WII. Diversamente dalle detentrici dei primi due posti del podio che seguivano linee di sviluppo ripetitive, rinnovando semplicemente l’hardware, Nintendo decise di incorporare il coinvolgimento motorio e l’impegno corporeo: meno tasti, più gesti.

Investimento migliore non poteva esserci, difatti, fu il più grande successo della storia di Nintendo. In dieci anni ne furono vendute più di 100 milioni.

 

Minecraft: il titolo più venduto nella storia dei videogiochi

Specifichiamo che il primato se lo contende con Tetris creato in Unione Sovietica nel 1984, solo che a differenza di quest’ultimo Minecraft ha una sola versione dal 2011. Sviluppato inizialmente come gioco per browser viene poi distribuito sui diversi sistemi operativi, fino a raggiungere il mercato delle principali console. La rapida diffusione è dovuta alla rivoluzionaria libertà del giocatore di crearsi il proprio mondo, dalla grafica a blocchi, basato sull’estrazione e la trasformazione di risorse naturali. Infatti, dalla sua uscita sono state vendute più di 200 milioni di copie.

 

Il gaming online ormai era diventato sempre più influente, e gli sviluppatori che non stavano al passo coi tempi non avrebbero mai avuto la possibilità di piazzarsi in vetta alle classifiche.

Il multiplayer grazie al progresso tecnologico di internet e, quindi, della sua velocità e diffusione per il mondo, ha permesso a milioni (se non miliardi) di gamers di connettersi contemporaneamente e competere l’uno contro l’altro anche se distanti migliaia di chilometri.

Un esempio sono i MMORPG, giochi di ruolo multigiocatore in cui ognuno ha un proprio personaggio personalizzabile. Per lo sviluppo multipiattaforma e multi-utente sono stati fondamentali.

 

PlayerUnknown’s Battlegrounds: il primo vero Battle Royal

Al pari dei videogame Open World (GTA V il più emblematico e influente) i Battle Royal sono una delle categorie di videogiochi più apprezzati del momento. Le origini di questa tipologia risalgono agli inizi del 2000, ma è nel 2017, con l’uscita di PlayerUnknown’s Battlegrounds (PUBG), che il Battle Royal così come oggi lo intendiamo nacque.

Da qui presero spunto, in primis, Fortnite, videogioco colossale free play entrato in pochi mesi nell’immaginario degli appassionati videoludici, poi, Call of Duty: Warzone, che ha dato uno slancio senza precedenti alla serie di Activision.

 

Presente e futuro della storia dei videogiochi

Mentre scriviamo questo articolo il medium dei videogames ha raggiunto traguardi impensabili. Non esiste nessuno sport che non abbia una sua rappresentazione sotto forma di intrattenimento elettronico. In Italia FIFA di EA Sports è il videogioco sportivo  più giocato di sempre. Pure il fantasy ha trovato sfogo in alcuni dei titoli di maggiore successo: Dota 2, Warcraft, Final Fantasy, League of Legends e Valorant i più noti. Altre espressioni d’arte come film, cartoni e anime fanno parte dell’illimitata lista di titoli di videogiochi presenti nelle innumerevoli piattaforme. Si devono menzionare anche i videogiochi simulatori di aerei, moto, automobili.

La lista potrebbe continuare ulteriormente, anche grazie alla gamification. Ovvero, l’applicazione delle caratteristiche tipiche del “gioco” in contesti non ludici.

Oggi, sono gli eSports ad essere il fulcro. Rappresentano il risultato più importante mai raggiunto nella storia dei videogiochi. Infatti, questi eventi riscontrano maggiori spettatori di altri come, per citarne uno, il Super Bowl negli USA.

Per capirne meglio l’importanza vi rimandiamo al nostro articolo sugli eSports.

 

Cosa ci riserva il domani?

Gli equilibri consolidati nel mondo del gaming probabilmente verranno stravolti. Il gaming su smartphone, dopo tutto, è stato il maggiore innovatore degli ultimi anni grazie al GPS, macchina fotografica incorporata, e sensori di vario tipo. E nel futuro si presume sia la porta d’accesso per la realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). Il tutto accompagnato dalle migliorie esponenziali dell’intelligenza artificiale (AI) e del Cloud Gaming.

Le case produttrici di videogiochi assumono un ruolo sempre più preponderante, anche economicamente, nel mercato del gaming. In passato erano le case produttrici di console a dominare il panorama, ma oggi le carte in tavola sono cambiate e i loro ruoli si stanno invertendo. Solo il tempo ci mostrerà ciò che il futuro ha in serbo per noi.

Che si pensi al passato o al  futuro dei videogames non si può che essere entusiasti. Adesso però basta pensare al futuro e godiamoci il presente (del gaming)!

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