Sweech

Sweech-Logo
storia dei videogiochi

Storia dei videogiochi: viaggio nel tempo tra i titoli più famosi

Nel corso dei decenni hanno registrato un’evoluzione costante, con sagre, tornei ed eventi vari, come ad esempio il Lucca Comics & Games. ‌‌Ma qual è la storia dei videogiochi? Come ebbe origine questo universo in espansione continua e velocissima?

Quale fu il Big Bang?

Chiediamo in prestito (gratuito!) la macchina del tempo del dottor Emmett Brown (Back to the Future, 1985). Attiviamo il “flusso canalizzatore” con una carica di plutonio. E partiamo per un avvincente viaggio nei decenni, su e giù, tra verità e leggende sull’universo videoludico!

 

La scintilla: anni ‘40 e ‘50

La prima tappa ci porta al 1947. Incontriamo il primo gioco elettronico, su tubo catodico riconducibile ai radar militari, privo di grafica. Consiste nel colpire un bersaglio con un missile guidato con manopole. Viene abbandonato per costi di produzione elevati e non supererà la fase di test.

Nel 1952 incontriamo OXO, un gioco di Tris grafic-based, considerato il primo videogioco della storia, grazie all’utilizzo di uno schermo come interfaccia. Esempio di “interazione Uomo-Computer”, resta però limitato all’Università di Cambridge.

Nel 1958 troviamo Tennis for Two. Simula un campo da tennis e può essere giocato da due persone. Rimane in mostra per circa due anni al Brookhaven National Laboratory di New York.

Nel corso di questo ventennio i videogame sono solo dei prototipi realizzati a scopo dimostrativo o accademico. Ma costituiscono il primum movens dei futuri prodotti. La miccia è stata accesa…

 

Un piccolo passo per l’uomo… gli anni ‘60 e ‘70

Il tempo scorre e le cose iniziano a cambiare…

Infatti, approdati nel 1962, facciamo conoscenza con alcuni studenti del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Ci presentano Spacewar!, videogioco sparatutto, da loro programmato. Simula una battaglia tra due astronavi che lanciano missili, ognuna controllata da un joystick. L’obiettivo è abbattere l’astronave dell’avversario, evitando anche un campo gravitazionale prodotto da una stella centrale, che attrae le navicelle. Si può giocare solo uno contro l’altro ed è in bianco e nero. Viene montato sui nuovi computer DEC diventando così il primo videogioco largamente diffuso della storia.

Gli anni ’70 danno vita ad alcuni videogame con un futuro da cult.

Nel 1972 incontriamo PONG, videogioco Arcade sviluppato per la prima generazione di console denominata Magnavox Odyssey.

Il gioco, in bianco e nero, simula una partita a ping-pong. È costituito da un punto bianco (pallina) e due linee (racchette), mosse verticalmente con due controller. Può essere giocato anche da un solo giocatore contro la macchina.

Nel 1976 ci imbattiamo nel gioco Death Race, travolto da una tempesta mediatica. È un racing game, cabinato Arcade, per 1 o 2 giocatori. Consiste nell’investire degli omini, i gremlins, che morendo emettono un grido e riappaiono sotto forma di croci. Nasce un acceso dibattito sulla violenza nei videogiochi e alcuni media lo giudicano violento, immorale ed inappropriato per i teenager. Ma le polemiche non ne scalfiscono le vendite. Anzi…

 

asteroids atari
Asteroids (Atari 1979), videogioco arcade a grafica vettoriale

 

L’età dell’oro dei videogiochi

Arriviamo nel 1978, un anno fondamentale per il mondo videoludico.

Nascono i primi due videogiochi destinati a lasciare un segno indelebile nella storia. Taito e Atari pubblicano, rispettivamente, Space Invaders e Asteroids, sparatutto con caratteristiche innovative. Ha inizio la cosiddetta età dell’oro dei videogames, che raggiungerà il culmine negli anni ’80. Visitiamo le prime sale giochi ove i nuovi videogiochi arcade a colori affiancano i flipper. Cominciano a diffondersi anche gli home computer.

L’impero del gaming muove i primi passi verso la conquista del mondo.

 

Le galline dalle uova d’oro: anni ‘80, i videogiochi che hanno scritto la storia

 

Pac-Man, il primo imperatore nella storia dei videogiochi

Il 1980 ci riserva lo speciale incontro con Tohru Iwatani, designer di videogiochi e geniale creatore di Pac-Man, videogioco icona del mondo videoludico.

Affascinati dalla sua popolarità planetaria, chiediamo notizie sulla sua storia.

Secondo la leggenda, a fine anni 70, Tohru Iwatani, trova l’ispirazione per un nuovo gioco mangiando una pizza. La forma rimanente dopo il taglio di uno spicchio gli suggerisce le fattezze di Pac-Man.

Dopo un anno e mezzo, finisce di sviluppare il gioco. Il protagonista è proprio un disco giallo senza uno spicchio (la bocca), come la pizza tagliata. Deve inghiottire piccoli pallini e altri oggetti in un labirinto. Per superare il livello, deve finire tutti i pallini, evitando quattro fantasmi che lo inseguono velocemente tentando di catturarlo. Quattro pillole di energia, agli angoli del labirinto, gli permettono di mangiare i fantasmi che però possono rigenerarsi.

Dicono che il nome particolare del gioco deriva dal giapponese pakupaku, ovvero “chiudere e aprire la bocca”. Il nome originario era Puck-Man, ma è stato modificato in Pac-Man per la fastidiosa assonanza con la parolaccia inglese “F*ck-man”.

Pac-Man diventerà ispiratore di canzoni, giochi e anche di un film. Conquisterà il record di gioco Arcade di maggior successo di tutti i tempi. Le ragioni sarebbero diverse. È divertente e molto meno violento degli altri videogiochi. Ha semplicità nei comandi e avvicina ai videogiochi il pubblico femminile.

Pac-Man continuerà a far parte della cultura occidentale. Pensavate che sarebbe stato possibile giocare a questo gioco semplicemente andando sulla futura rete Internet, o persino da smartphone? Previsioni azzeccate!

 

Donkey Kong e Mario, altri due titoli destinati a fare la storia dei videogiochi

Nel 1983 nascono le console di terza generazione (8 bit) come il Famicom (Family Computer) in Giappone, migliorato poi nel Nintendo Entertainment System (NES) commercializzato negli USA. Inizia così una nuova era.

Il lancio del NES è accompagnato dalla versione convertita di Donkey Kong, un Arcade del 1981, il cui protagonista è Jumpman. Un piccolo carpentiere in salopette, cappellino e baffi che deve salvare la fidanzata Pauline, scalando un palazzo in costruzione ed evitando i barili e altri oggetti lanciatigli addosso da Donkey Kong, un gigantesco gorilla che l’ha rapita.

Ma Jumpman non è altri che il ribattezzato Mario, uno fra i personaggi più rappresentativi e leggendari del mondo videoludico, se non il maggiore. Quasi tutti dell’ambiente lo conoscono o, quanto meno, ne hanno sentito parlare. 

Anche noi viaggiatori del tempo vogliamo conoscerlo, sapere il perché del suo nome e del suo look. Seguiamo allora le principali informazioni disponibili e i rumors del tempo.

Pare che il suo look sia dovuto principalmente a difficoltà hardware, soprattutto grafiche. Il cappellino serve a coprire i capelli, al tempo difficilmente ricreabili graficamente. Le maniche della tuta servono per meglio sottolineare i movimenti di braccia e gambe. I folti baffi servono ad accentuare il grosso naso e a delimitare meglio il viso.

Si dice che il nome “Mario” sia stato scelto dalla Nintendo perché migliore di Jumpman per il mercato americano. Secondo alcune voci, il nome è ispirato a una pizzeria italiana vicina allo studio dell’autore giapponese, “Mario e Luigi’s Pizza”. Secondo altre, il nome potrebbe essere un omaggio a Mario Segale, somigliante al personaggio e proprietario del primo stabilimento Nintendo negli Stati Uniti.
Quello che è certo, è che il piccolo idraulico baffuto conquisterà presto un posto tutto suo nella storia dei videogiochi e, soprattutto, nei nostri cuori.

 

Mario Bros, la nascita del mito

Nel 1983, Mario diventa Mario Bros, uno spin-off di Donkey Kong, così chiamato perché viene introdotto il personaggio del fratello Luigi.

È ambientato nelle fogne di New York, invase da mostri e tartarughe giganti. Si presenta come una schermata fissa da attraversare da un estremo all’altro. Mario subisce un restyling e diventa un idraulico (non più un carpentiere).

I due fratelli, Mario e Luigi, sono giapponesi o italiani? Il creatore del gioco Shigeru Miyamoto conferma l’origine italiana. Ci spiega che da ragazzo amava i fumetti stranieri e disegnava personaggi con lineamenti occidentali. Così ha deciso che Mario e Luigi fossero idraulici italiani a New York.

Ma successivamente Masayuki Uemura, ex ingegnere Nintendo, afferma il contrario. Chi avrà ragione? Aspettiamo chiarimenti.

 

super mario bros
L’impavido idraulico protagonista di Super Mario Bros alle prese con un terribile goomba

 

Super Mario Bros, il GOAT della storia dei videogiochi

Nel 1985 Mario diventa Super Mario Bros, una serie su console per il NES.

È il primo titolo ambientato nel Regno dei Funghi. Compaiono per la prima volta anche i diversi power up sotto forma di funghi e di fiori. Vengono introdotti nuovi Koopa, i Goomba, cattivi funghetti traditori, e soprattutto Bowser, Re dei Koopa, un’enorme tartaruga diabolica. Viene presentata la principessa Peach, rapita da Bowser, unica capace di annullare l’incantesimo che ha pietrificato i funghi.

È questo il primo Super Mario Bros ad essere indelebilmente fissato nella mente degli appassionati di tutto il mondo. Il successo spinge la Nintendo a creare vari spin-off, dando vita a una vera e propria saga. A Super Mario Bros sono dedicati film d’animazione, cartoon e libri. L’unico film live action dedicato a Mario (1993) registrerà però un flop al botteghino.

La versione originale di Super Mario Bros venderà oltre 40 milioni di copie. L’intera serie supererà globalmente i 240 milioni, rendendolo uno dei videogiochi più venduti di tutti i tempi. La saga sarà inserita nel Guinnes dei Record del settore videogames. Nel 2006 si aggiudicherà anche la Walk of Game, riconoscimento riservato alle più grandi icone dei videogiochi.

Chiediamo: perché Super Mario è diventato uno straordinario successo mondiale? I fattori sembrano essere molteplici. Il protagonista, semplice ma carismatico. La grafica, all’avanguardia per gli anni ’80. L’usabilità intuitiva. Le accattivanti sorprese del gioco (livelli nascosti, bonus, percorsi segreti, ecc.). Ma anche il Jingle, diventato celebre, e il look inconfondibile. È inoltre uno dei primi giochi a presentare una donna tra i personaggi, la Principessa Peach.

 

Il “Mario Day” o “Mar10”

Chiacchierando, scopriamo che per i fan di Super Mario il 10 marzo è una data molto importante. Battezzata “Mario Day” o “Mar10”, prevede party in costume, videogiochi, serate a tema e tanto altro.

Allora, a questo proposito, facciamo un jump nel 2023 e scopriamo che, per la festa di quest’anno, sarà pubblicato il trailer finale di “Super Mario Bros. Il Film”, il nuovo film animato basato sul mondo del piccolo idraulico italiano. Nei cinema italiani sarà disponibile dal 5 aprile. Ricalca la storia di Supermario, Luigi e gli altri personaggi del gioco.

Auguriamo una buona celebrazione e torniamo nel 1984. Non possiamo non menzionare un altro capolavoro, Tetris, uno dei videogiochi più giocati di sempre e destinato a rimanere nella storia. Si racconta che i giocatori accaniti lo sognano la notte. O che sistemano i bagagli nella macchina così come i pezzi nel gioco. Sono le vittime dell’effetto Tetris!

 

Il boom: anni ‘90, i videogiochi conquistano il mondo definitivamente

Proseguendo il viaggio nei decenni, giungiamo agli anni ’90. Ormai i videogiochi costituiscono un’industria consolidata, con continue uscite di novità.

Nel 1991, Nintendo rilascia la versione migliorata del NES, il Super Nintendo Entertainment System (SNES). Grandissimo successo, prezzo competitivo e vasta scelta di videogiochi. Tra questi The Legend of Zelda: A Link to the Past, uno dei migliori capitoli della serie.

Nel 1991 e nel 1992 vediamo, rispettivamente, due Arcade picchiaduro: Street Fighter II: The World Warrior, saga iniziata nel 1987, e Mortal Kombat.

Il 1993 è l’anno di DOOM, uno dei primi sparatutto in prima persona per PC e successivamente per diverse console. Lo ritroveremo, come Doom Eternal, dopo 27 anni, su console next-gen e PC. Ha contenuti horror e fantascientifici, palesemente aggressivi e violenti. Il protagonista combatte contro moltitudini di creature infernali per difendere una colonia su Marte. Al contrario degli sparatutto con pochi nemici ma difficili da uccidere, in DOOM tutte le creature sono deboli ma numerosissime. Nasceranno una serie di sequel di questo filone.

Nel 1996 nascono Tomb Raider e Resident Evil, talmente iconici da ispirare una propria saga di film.

Nel primo troviamo un’archeologa alla ricerca di tombe misteriose, il secondo è invece ambientato nel mondo degli zombie. Di genere molto diverso, hanno in comune l’interattività giocatore-personaggi.

Nel 1997 giochiamo a Gran Turismo, simulatore di guida realistico e piacevole.

Su Playstation la vera perla (lanciata nel 1994) rimane sicuramente Metal Gear Solid, del 1998. Videogioco d’azione stealth, capolavoro d’avanguardia grazie al gameplay, al livello tecnico e ai dialoghi. La trama segue le vicende di Solid Snake, agente segreto che deve neutralizzare una minaccia terroristica.

 

L’arrivo di Internet e la nascita del Multiplayer

Nella seconda metà degli anni Novanta, con la grande diffusione di Internet, le console iniziano a supportare il gioco online. Collegate alla rete, permettono di connettersi con altri giocatori in tutto il mondo, dialogare, imparare, fare amicizia. E, ovviamente, competere con loro.

Come facilmente intuibile, questo fattore cambierà per sempre la storia dei videogiochi ed il modo in cui li concepiamo. Nascono infatti diversi social network, forum, canali di streaming e, in particolare, i primi titoli in modalità Multiplayer.

 

Ahiii! Siamo costretti a interrompere il nostro viaggio nel tempo alla scoperta della storia dei videogiochi. Abbiamo purtroppo esaurito le scorte di plutonio e non possiamo più alimentare il “flusso canalizzatore” del nostro veicolo. Cercheremo di tornare, in qualche modo, nel nostro secolo e, una volta procacciato il plutonio, ripartiremo nuovamente. Arrivederci amici, alla prossima avventura!

Lascia il tuo commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *