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Dungeons & Dragons (DnD): il padre fondatore dei giochi di ruolo

Pretesto migliore non potevamo trovarlo. Con l’uscita del film “Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri” abbiamo l’occasione giusta per parlare del gioco di ruolo per antonomasia. Così accattivante che da quasi mezzo secolo dalla sua uscita ci sono ancora milioni di giocatori in tutto il mondo. Così rivoluzionario da lasciare un’impronta importante, anzi radicale, sullo sviluppo dei videogiochi. E così attraente da influenzare l’intera cultura pop.

 

Tuffiamoci nell’affascinante mondo di Dungeons & Dragons

Carta, penna e fantasia sono gli strumenti necessari per poter entrare nel mondo immaginario creato nel 1974 da Gary Gygax e David Lance Arneson. Strumenti necessari ma non sufficienti, ci vuole anche la presenza di un gruppo di amici. I quali, riuniti su un tavolo, scelgono chi sarà il Dungeon Master. Solitamente è lui ad autoproclamarsi tale per la conoscenza dettagliata delle regole del gioco e dell’ambientazione. In tal caso, i diversi luoghi della mappa, inventati da lui o presi in prestito dai manuali ufficiali di Dungeons & Dragons, devono essere il suo pane quotidiano.

Infatti, è il narratore onnisciente dell’avventura. Dirige la storia e veste le veci di mediatore tra i personaggi scelti e gli abitanti del mondo fantasy. A lui spetta essere anche imparziale, non deve in alcun modo favorire il gruppo o mettergli il bastone fra le ruote. Si è capito, in sua assenza è impossibile, meglio, impensabile giocare.

Gli altri giocatori dal canto loro per poter intraprendere questo incredibile viaggio nel fantasy scelgono un personaggio immaginario. L’alter ego appartiene a una classe particolare, a una razza specifica e a un territorio di provenienza preciso. Generalmente i giocatori optano per quello con le caratteristiche più simile alle loro, in termini di interessi e di abilità.

Una volta immedesimati non si può più cambiare il personaggio, e per quanto possibile deve comportarsi in modo coerente con la classe scelta. Se si desidera uno svolgimento dell’arco narrativo “verosimile” non si può fare altrimenti. E come nella vita reale cresce insieme a lui acquisendo conoscenze, sviluppando le proprie abilità e imparando dall’esperienza.

 

Sedete al vostro posto, giocatori… che l’avventura abbia inizio!

È importante precisare che tutti i giocatori siano d’accordo, anche tacitamente, sul tipo di trama che può toccare temi difficili come la tortura e il razzismo. Altrettanto importante è la sintonia tra il Dungeon Master e i giocatori alle sue dipendenze. Senza una fiducia reciproca non può essere espresso il massimo potenziale di questo gioco.

Ricordiamo che a Dungeons & Dragons non si vince o si perde, si vive. È un gioco collaborativo da cui scaturiscono emozioni e sentimenti anche in contrasto tra loro. Possono venire alla luce vecchi rancori, come possono presentarsi lati dei nostri amici che non ci aspettavamo. Se all’inizio dell’avventura si pensava di essere un gruppo coeso, questo può disintegrarsi per un’incomprensione o per un’azione premeditata. Addirittura, uno dei personaggi può essere sfidato ed eliminato dai giochi da chi si riteneva un suo compagno di squadra.

Quale che sia il l’esito non è importante, noi di Sweech crediamo nel piacere di condividere il tempo con i propri amici.

 

Dunque…

Il Dungeon Master è stato scelto? Ogni giocatore ha il suo personaggio? Siete d’accordo sulla trama e sull’ambientazione? Bene! Potete lanciare i dadi e godervi questa storia avvincente e, soprattutto, divertente.

 

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Mappa di gioco, pedine, dadi, carta, penna e tanta fantasia: ecco tutto l’occorrente per una partita a DnD!

 

Ma come è nato Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo più famoso di sempre?

Nati in Germania con l’obiettivo di studiare la guerra, i Wargames sono una categoria di gioco di strategia in cui si simulano le battaglie del passato o del futuro. Ogni giocatore controlla il proprio esercito con l’obiettivo di sconfiggere il nemico.

È grazie alla passione condivisa dei Wargames che nel 1974 Gary Gygax e David Lance Arneson creano un’incredibile opera d’arte: Dungeons & Dragons. Il regolamento che propose Arneson era innovativo perché il giocatore invece di controllare un esercito intero prendeva le decisioni di un singolo individuo.

Se a livello tecnico i GDR (giochi di ruolo) sono i figli dei Wargames, è la cultura pop ad aver influenzato l’ambientazione e i personaggi caratteristici di Dungeons & Dragons. L’immenso universo fantasy che sta dietro è sicuramente il frutto delle saghe Tolkieniane. Molte delle creature presenti hanno le stesse caratteristiche di personaggi iconici creati dalla geniale mente di Tolkien. Anche lo storytelling molto suggestivo del gioco riprende molte peculiarità dei libri fantasy più in voga all’epoca.

Inizialmente il gioco consisteva nell’esplorare i sotterranei dei castelli per raccogliere tesori preziosi ed evitare i mostri. Da lì il nome “Dungeons” che significa sotterraneo. Le regole erano sterili e per lo più confusionarie. L’unica novità di un certo rilievo era la possibilità di immedesimarsi in un personaggio. Fattore, però, determinante per la sua rapida diffusione e crescita.

Come visto, Dungeons & Dragons è il prodotto di diversi stimoli presi qua e là e non ha ancora una sua natura distintiva. Ma ci vorrà ben poco prima che il suo universo fantastico prenda vita nelle menti delle persone.

 

Un po’ di storia (ma non troppa…)

Era una novità assoluta per l’epoca e fu Gygax a stampare le prime copie del gioco nel 1974 attraverso la TSR. Gli appassionati dei Wargames potevano provare qualcosa di diverso e infatti fu subito molto apprezzato, particolarmente nei college americani. Il successo portò la TSR a una prima revisione nel 1977 per poter diventare più appetibile ai proprietari dei negozi di giocattoli. Infatti, il design della scatola, le illustrazioni a colori e i dadi inclusi incrementarono di molto le vendite.

Nello stesso anno Gygax scrisse una versione del gioco dal regolamento più complesso. Lo chiamò Advanced Dungeons & Dragons, all’interno della scatola c’erano il manuale dei Mostri, del Giocatore e del Master. Creando così una forte confusione tra i fan e un dibattito su quale fosse il migliore. Solo con la terza edizione del gioco uscita nel 2000, la Wizards of the Coast riunisce in un unico manuale le due versioni diverse del gioco.

Nonostante gli alti introiti del gioco e del suo merchandise, la TSR non ha potuto evitare di essere acquisita dalla Wizards of the Coast nel 1997. Questa società che sarà poi acquisita a sua volta dalla Hasbro, attuale detentore di tutti i diritti di Dungeons & Dragons, realizzerà le successive edizioni. Ad oggi siamo alla quinta, uscita nel 2014 per celebrare i 40 anni dalla nascita del gioco di ruolo cult.

 

Gary Gygax non si sarebbe mai aspettato di cambiare per sempre la Game Industry

Dungeons & Dragons ha fatto la sua parte nella cultura occidentale. Sono decine le saghe ispirate al suo universo, centinaia le imitazioni, migliaia gli articoli scritti e milioni i giocatori appassionati. Viene costantemente menzionato in film, serie tv, libri e musica. Si può tranquillamente dire che ha avuto un impatto decisivo nella nostra storia.

Ma ancora più decisivo lo è stato negli anni 70, quando i videogiochi erano ancora acerbi. Infatti, senza la creazione di Gygax e Arneson il videogioco (e la sua storia) non sarebbe quello che è oggi.

Nel 1975 uno studente del Claremont University Center crea la prima avventura testuale interattiva della storia. E la sua ispirazione, guardate un pò, è stata Dungeons & Dragons. Il nome del videogioco è Dungeon e prevede una squadra chiamata a esplorare un sotterraneo infestato da mostri.

L’interfaccia era ancora molto rudimentale e c’era solo il testo. L’unico modo per interagire era la scrittura di comandi che venivano codificati dal computer. Se questi venivano interpretati positivamente dall’hardware il personaggio compieva la sua azione e la narrazione poteva procedere. Negli anni a venire le avventure testuali non riscossero grande successo. “Colpevole” è lo sviluppo della grafica dei videogiochi, che porterà ad altri livelli l’esperienza del giocatore.

Ma senza questo primo esperimento universitario che ha permesso di creare narrazioni profonde e intrigate, siamo sicuri che oggi avremmo comunque avuto giochi come Final Fantasy, The Witcher o Dragon Age?

 

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Manifesto del film “Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri”

 

Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri

Il film basato sull’omonimo gioco creato negli anni ’70 ottiene un ottimo successo tra il pubblico, e la critica si può reputare più che soddisfatta. Al box office americano inaspettatamente scalza dal trono Jhon Wick 4, raggiungendo nel primo weekend un incasso totale di 75 milioni di dollari.

Non è il primo adattamento sul grande schermo del gioco di ruolo per eccellenza, ma sicuramente ad oggi non c’è film riuscito meglio. I riferimenti per gli appassionati sono molti. L’ambientazione che fa da cornice alla trama è Forgotten Realms, la mappa più conosciuta e giocata. Neverwinter, una sua città iconica, che sicuramente risulta molto familiare ai più esperti, è stata riprodotta molto fedelmente.

Sono più di venti le creature fantastiche e i mostri presenti nel film. Così come la mappa, ognuno di loro studiato al minimo dettaglio. Non poteva certo mancare un Drago Rosso, il più amato e temuto. Nel film il gruppo di eroi si imbatte in uno di loro, dalle sembianze molto particolari: Themberchaud. Un altro mostro storico è la Belva Distorcente capace di proiettare una sua figura per confondere la preda. Iconico è anche l’Orsogufo, dotato di una forza bruta che farebbe retrocedere anche i più temerari. Finiamo la lista con forse la creatura più spaventosa: il Lich, un mago senza anima che oltre ad essere potentissimo è immortale.

Oltre ai riferimenti sull’universo nerd, ad aver decretato il successo del film è il cast eccezionale. In primis, l’irresistibile Chris Pine che interpreta il bardo Edgin Darwis. Poi, non poteva che essere Michelle Rodriguez a interpretare l’agguerrita e abile Holga Kilgore. Hugh Grant, Bradley Cooper e Sophia Lillis sono altri illustri nomi hollywoodiani presenti nel cast.

 

Vi diciamo la nostra!

Amanti dei videogiochi e della cultura pop, siamo rimasti entusiasti quando l’anno scorso è uscito il trailer del film. Entusiasmo che è aumentato dopo aver assistito in streaming alla condivisione di contenuti inediti di “Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri” durante l’edizione 2022 del Lucca Comics & Games.

Uscito nelle sale italiane il 29 marzo, il film ci ha divertito molto e ha rispettato le nostre aspettative. Non è nulla di memorabile, ma il suo approccio leggero intrattiene fino alla fine. Infatti, a differenza dei grandi classici del fantasy si è centrato più sull’umorismo che su una storia drammatica dalle tinte oscure.

Le vicende dell’affascinante ladro e dei suoi improbabili compagni di avventura divertono molto. La storia ha come protagonista il ladro Edgin Darwis che pur di recuperare una preziosa reliquia affronta ogni avversità. La reliquia in questione è una tavoletta della resurrezione grazie alla quale può far tornare in vita la moglie dopo essere morta per mano dei maghi rossi.

 

Giudichiamo molto positivamente la ricetta finale di quest’opera cinematografica, e nell’attesa del presumibile sequel ci sediamo al tavolo in compagnia del nostro personaggio. E voi cosa aspettate?

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