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Ready Player One copertina film

Ready Player One: il metaverso OASIS, escape into the virtual

Sono in vacanza in una bellissima città marina italiana. L’ondata di caldo rovente mi attanaglia e mi spossa. L’atmosfera è infernale, insopportabile. Varco l’ingresso di uno stabilimento balneare come per rifugiarmi da tutto ciò. Immenso stupore. Alita una fresca brezza marina. Il palmizio ombreggia grandi parasole in fogliame vario. Osservo i frequentatori incontrarsi, chiacchierare, giocare, leggere, passeggiare sulla battigia, fare il bagno. Ho la gradevole sensazione di aver lasciato fuori il mondo reale e di essere “saltato” in una diversa dimensione. Sono in un videogioco o in un metaverso? Le persone sono degli Avatar? Mi sdraio comodamente all’ombra e noto che lo stabilimento si chiama OASI. Questo nome, questa “escape into the virtual” e il desiderio di rimanerci a lungo, mi ricordano un film visto recentemente, Ready Player One. Tralascio l’articolo che avevo iniziato, e ve ne parlo. Senza troppo annoiare.

 

Ready Player One: il film

Ready Player One è un film del 2018 diretto da Steven Spielberg, noto appassionato di videogiochi. È tratto dal romanzo Player One, scritto da Ernest Cline, co-sceneggiatore del film, dedicato al mondo della realtà virtuale.

È stato presentato in anteprima mondiale e distribuito nelle sale cinematografiche nel 2018.

Parte della critica ha apprezzato l’opera, soprattutto per gli effetti speciali e le citazioni. Altra parte ha lamentato invece difetti e problemi di vario genere, come lo sviluppo dei personaggi.

Le scene ambientate nel mondo reale sono state girate su pellicola, quelle su Oasis in digitale.

Ready Player One è stato anche considerato la più grande pubblicità per la realtà virtuale.

Con oltre 580 milioni di dollari incassati a livello globale, è stato uno dei maggiori fenomeni cinematografici del 2018.

 

Ready Player One: la trama (allarme spoiler)

Il prologo

Nel distopico 2045, per noi un futuro alquanto prossimo, le condizioni di vita sulla Terra diventano sempre più precarie. Le cause di questa degenerazione sono la sovrappopolazione, il grave inquinamento e la devastante crisi energetica.

Gli abitanti sono afflitti dalla miseria e dalla mancanza di prospettive. Nonché incapaci e indifferenti a risolvere i problemi e crearsi un futuro migliore. Vivono stipati in immense baraccopoli di grossi container accatastati.

 

È in questo scenario desolante che, con le note di “Jump” dei Van Halen, comincia Ready Player One.

L’introduzione è affidata alla voce fuoricampo del protagonista, Wade Watts, seguito mentre esce di casa calandosi con una fune.

Wade Watts è un diciottenne, orfano, che vive con la zia, e il di lei compagno, a Columbus, nell’Ohio. Abita alle “Cataste”, quartiere periferico della città, in un condominio formato da container e roulotte arrugginite poste l’una sopra l’altra.

La città sembra un enorme agglomerato di rifiuti, un gigantesco deposito di rottami d’auto. Le strade e le vie sono sormontate da costruzioni dall’aspetto fatiscente, con numerosi droni che sorvolano la baraccopoli.

 

OASIS

Mentre Wade discende lentamente, si notano le persone, nelle case, che giocano immerse in una realtà virtuale mediante un visore.

Infatti, al fine di evadere dal triste degrado della vita reale quotidiana, tutti si rifugiano in OASIS. È l’acronimo di Ontologically Anthropocentric Sensory Immersive Simulation.  È un videogioco immersivo, ispirato agli anni Ottanta, cui si accede tramite realtà virtuale con un visore e guanti aptici. Un metaverso sterminato, creato dal geniale eccentrico game designer multi-milionario James Halliday, e conta milioni di login al giorno.

In questo infinito universo virtuale popolato da avatar, l’unico limite è la fantasia. Si può diventare chiunque e partecipare a numerose attività per lavoro, istruzione, intrattenimento, combattimenti, giochi e molto altro. È un’“escape into the virtual”.

Anche Wade raggiunge la sua postazione, un furgone abbandonato, per immergersi in OASIS con il proprio Avatar Parzival.

In OASIS, Wade incontra gli avatar di amici che conoscerà poi anche nella realtà. Tra questi, l’amico Aech e una ragazza, Art3mis, di cui si innamora.

 

L’easter egg e le tre chiavi

All’inizio di Ready Player One, James Halliday è morto da poco. Prima di morire fa un annuncio tramite il suo avatar “Anorak l’Onnisciente“. Il suo ingentissimo patrimonio e la proprietà di OASIS spetteranno a chiunque troverà un easter egg nascosto in OASIS. Il termine easter egg, letteralmente “uovo di Pasqua”, soprattutto in ambito videoludico, indica un contenuto segreto difficilmente individuabile.

Per trovarlo, occorre ottenere tre chiavi, affrontando altrettante sfide. Gli indizi da decifrare sono disseminati nelle vicende della vita di Halliday, descritte nell’Archivio. È un compendio virtuale della vita di Halliday, consultabile nella biblioteca dei ricordi costruita su OASIS.

Milioni di giocatori, con i loro avatar, si riversano sulla piattaforma alla ricerca delle chiavi. I partecipanti a questa caccia prendono il nome di Egg Hunter, “cacciatori di uova” successivamente abbreviato in Gunter.

 

ready player one anorak chiave easter egg
Anorak l’Onniscente, avatar di James Halliday, consegna a Parzival la terza e ultima chiave dell’easter egg

 

La lotta contro i “cattivi” dell’IOI

Anche Wade, ammiratore di Halliday, conoscendone vita e lavoro, attraverso l’avatar Parzival, inizia la ricerca delle tre chiavi. Lo aiutano Aech, Art3mis, Daito e Shoto, due otaku giapponesi. Insieme formano gli Altissimi Cinque.

Devono sfidare soprattutto gli avatar degli uomini della Innovative Online Industries (IOI). È un’azienda di tecnologie digitali senza scrupoli, che intende impossessarsi di OASIS, anche illecitamente, solo per profitto. È disposta a spendere milioni, anche ad assoldare sicari che uccidano i gunter più pericolosi. A comandarla è Sorrento.

La IOI schiavizza le persone che non possono pagare i debiti nel mondo reale. Le preleva forzatamente dalle loro case per farle lavorare nel mondo virtuale.

 

Praticamente, il mondo reale e quello virtuale sono separati ma collegati. Infatti, la lotta per le tre prove in OASIS avviene anche nel mondo reale. E il ritrovamento dell’easter egg significa anche ottenere le azioni della società di Hallyday nel mondo reale. C’è un collegamento fra Oasis e la realtà. Le azioni compiute nel videogioco si ripercuotono pesantemente nella società reale.

 

Le tre sfide e la conquista del metaverso Oasis

Wade partecipa alla prima sfida con l’amico Aech. È una gara automobilistica sulle strade di Manhattan. Sul percorso appaiono anche ostacoli come il T. Rex di Jurassic Park e King Kong. Wade, a bordo della DeLorean di Ritorno al futuro, vince grazie ad un indizio sulla vita di Halliday. E acquisisce la prima chiave.

Dopo alcune peripezie, Wade e Art3mis risolvono il secondo indizio ed entrano in una riproduzione di Shining. Qui, attraverso una serie di eventi paurosi, acquisiscono la seconda chiave.

Wade capisce poi che il terzo obiettivo non è vincere ad Adventure, poiché questo videogioco doveva essere solo un divertimento. Riesce così ad ottenere la terza chiave.

A questo punto, Anorak si presenta a Parzival in un’imponente sala, ricoperta di oro e ricchezze. Lo stregone si congratula con Parzival per essere giunto alla meta definitiva. Gli propone un contratto che lo renderebbe unico proprietario di OASIS. Ma Wade rifiuta poiché di fatto privatizzerebbe OASIS. Anorak rivela che quella era l’ultima prova, utile ad assicurarsi di affidare OASIS a una persona equa e saggia, non egoista e avida. Si trasforma così in Halliday. Cambia anche l’ambiente circostante.

Parzival si ritrova nella camera di Halliday all’età di dieci anni che gioca ai primi videogiochi.

Qui l’Halliday adulto racconta di aver creato OASIS perché non era mai riuscito a comunicare e relazionarsi con le persone. Ma anche di aver capito che la realtà, per quanto spaventosa, rimane l’unico posto in cui trovare la felicità.

Dopo aver mostrato a Parzival un pulsante rosso con cui potrà chiudere definitivamente OASIS, Halliday gli dona l’easter egg come vincitore della gara.

I due Halliday escono infine dalla camera. Parzival eredita il comando di OASIS, che riprende a funzionare, ma viene sospeso due volte a settimana. Sorrento viene arrestato e la IOI viene riformata.

 

Ready Player One: citazioni e riferimenti

Ready Player One, come il libro, include moltissime citazioni e riferimenti alla cultura pop di fine anni ’70 e ’80.

I richiami a film, programmi televisivi, musica, videogiochi, giocattoli, cartoni animati e fumetti sono ovunque. Oltre alla DeLorean, troviamo la giacca di Michael Jackson del cortometraggio Thriller, indossata da Wade per incontrare Art3mis. E poi il T-Rex di Jurassic Park, il Gigante di ferro, Godzilla, King Kong e il videogioco per Atari2600 Adventure. Da ricordare anche le sequenze dell’Overlook Hotel di Shining e de “La febbre del sabato sera”. Per non parlare dei riferimenti a videogiochi come Halo, Starcraft, Minecraft, Overwatch, Street Fighter e tantissimi altri!!

 

ready player one shining overlook hotel easter egg
Una delle tante citazioni all’interno del film: l’Overlook Hotel di Shining (Kubrick), dimora della seconda chiave per completare l’easter egg

 

Ready Player One: metaverso e realtà

La prospettiva raffigurata dal film tocca una tematica ormai parte della nostra vita, quella dell’universo digitale, il cosiddetto Metaverso.

Diversi concept presenti nel metaverso OASIS sono già presenti nei principali metaversi di oggi. Come videogiochi, monete virtuali, manufatti rari paragonabili agli odierni NFT, visori per realtà virtuale, piattaforme di sviluppo e creazione.

Inoltre, in OASIS si acquisisce una personalità unica riconoscibile e individuabile tra i numerosi mondi che lo compongono. Sarebbe paragonabile ad un metaverso “reale”, in cui con un unico account l’utente vive in una rete di mondi virtuali.

Gli avatar personalizzabili di Ready Player One sono paragonabili ai personaggi virtuali che scegliamo per essere rappresentati online nei metaversi. Sia molto vicini alla nostra personalità reale sia in versioni totalmente immaginarie e alternative.

Anche la valuta digitale di Oasis è già presente nel nostro quotidiano, soprattutto nei giochi.

Nell’universo Oasis, la ricchezza virtuale sembra avere uguale o maggiore rilevanza rispetto a quella del mondo reale. Le cose si comprano con soldi reali, e si possono anche guadagnare soldi reali. E se si muore nel metaverso, si perde tutto ciò che si possiede in gioco, con gravi ripercussioni sulle proprie finanze nella vita reale.

Nonostante ciò, le persone s’indebitano, sacrificando anche i risparmi reali, per acquistare upgrade per il proprio avatar nel mondo digitale.

Token, NFT, valute digitali e tecnologia blockchain svolgono già il proprio ruolo nel metaverso “reale” dei nostri giorni.

Come Oasis in Ready Player One, i metaversi odierni si avvicinano sempre più ad esperienze virtuali immersive in cui poter fare qualunque cosa ed essere chiunque si desideri.

 

Il videogioco del futuro sarà solo realtà virtuale e metaverso?

La visione del film Ready Player One offre un’efficace esperienza immersiva che anticipa bene il concetto di metaverso.

Probabilmente presto vivremo per davvero questa “nuova realtà”. Qualcosa di simile fanno già i videogiocatori: un’evasione dal reale.

Secondo alcuni esperti, creare un Metaverso infinito multiutente come nel film è in parte già realizzato. Esistono molte tecnologie che, efficacemente integrate, possono fornire un’approssimazione molto vicina a quanto narrato nel film.

 

Comunque, nel finale di Ready Player One, Halliday spiega a Wade che la realtà è l’unica dimensione che l’uomo può vivere realmente.

E Wade, sconfitti i nemici e acquisito il controllo del metaverso OASIS, decide di chiuderlo due giorni a settimana. Di modo che le persone possano trascorrere più tempo nel mondo reale, come auspicato dallo stesso Halliday. Inoltre, ricorda che la realtà virtuale è luogo di fantasia, immaginazione e speranza. Può aiutare, ma non deve sostituire la vita reale. Nulla deve sostituire i contatti umani, diretti, semplici e autentici.

Inoltre, bisogna giocare per giocare e non per vincere. Nel film, per trovare l’ultima chiave si deve giocare per divertirsi, e non avere la vittoria come obiettivo finale.

Va bene entrare nel metaverso perché attrae e piace, ma non per scappare dal mondo reale. Non può essere un’“escape into the virtual”.

 

Intanto, EpicGames, con vari partners, ha investito un miliardo di dollari per creare un metaverso simile a OASIS. Dovrebbe essere un universo di mondi virtuali interconnessi, condivisi e persistenti. Aperto a tutti e senza limitazioni. Capace di far interagire un gran numero di giocatori in attività diverse, passando da queste ad un videogioco e viceversa, senza interruzioni.

 

Purtroppo si è fatto tardi ed è giunta l’ora di andare. Ma sono sicuro che tornerò a vivere la magia dell’OASI… o di OASIS?

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