Sweech

Sweech-Logo
gamer professionista

Gamer professionista: come diventarlo? E quanto si guadagna?

La rete globalizzata ha reso il mercato dei videogiochi uno dei settori dell’intrattenimento più solidi e più in espansione. In questo ambito si è generato e sviluppato il fenomeno degli eSports, dal 2020 anche in Italia. Sono i videogiochi competitivi, diffusi a livello amatoriale, ma anche professionale e lavorativo. Ma si può diventare gamer professionista?

Al di là del talento, sempre indiscutibilmente innato, è possibile raggiungere livelli professionistici e risultati eccellenti seguendo i giusti comportamenti.

 

Chi è e cosa fa un gamer professionista?

In breve, è un videogiocatore pagato per giocare ad uno specifico titolo. Ma è stata la nascita delle organizzazioni e dei team eSportivi che ha originato definitivamente il “professional gamer”. Fenomeno poi consolidato dall’arrivo degli sponsor e divenuto una professione remunerativa a tutti gli effetti.

I giocatori professionisti di videogiochi, detti anche pro player, stipendiati e sponsorizzati nascono negli anni 2000.

Generalmente hanno un contratto con un team eSport e svolgono l’attività videoludica come qualsiasi altro sportivo o lavoratore.

Tuttavia, come negli sport classici, non è facile diventare un gamer professionista e soprattutto rimanere tale a lungo. Un professionista si contraddistingue per i risultati e le continue vittorie o quantomeno per lo spettacolo che offre. E anche per il comportamento. Infatti, dovendo giocare in un’arena davanti a migliaia di spettatori, deve possedere autocontrollo, forza mentale, resistenza allo stress.

 

In sintesi, il settore è molto competitivo. Soltanto pochi riescono a vincere premi ricchissimi e a ricevere offerte allettanti dagli sponsor. Come?

Seguendo alcuni consigli di massima che abbiamo estratto dal web, suggeriti da esperti e professionisti.

 

Come diventare un gamer professionista

La grande diffusione e popolarità degli eSports ha generato una grande voglia di misurarsi sul campo, soprattutto nei giovani. È una nuova opportunità. Infatti, aumentano sempre più i ragazzi che ambiscono a diventare professionisti e a trasformare il videogioco nel proprio lavoro. I motivi sono tanti.

 

Oggi, diventare un gamer professionista e convertire in denaro questa passione non è fantasia, anzi è realtà. Non bisogna credere però che sia una strada facilmente percorribile. C’è bisogno di dedizione, allenamento, investimenti, equilibrio e maturità nello stile di vita.

 

Partire col piede giusto: le giuste motivazioni per iniziare una carriera da gamer professionista

Come per qualsiasi altra iniziativa personale, è importante essere intimamente motivati, visto l’impegno quotidiano necessario. La passione per la competizione, la soddisfazione dei miglioramenti e la coscienza di gruppo sono validi motivi. Ma anche l’ambizione e la crescita personale non possono mancare. Le motivazioni positive mantengono entusiasmo e concentrazione sugli obiettivi. Esse aiutano a non lasciarsi andare e mantenere il giusto focus sul proprio obiettivo. Soprattutto nei periodi di maggiore stress.

 

Per diventare un gamer professionista non può certo mancare il duro allenamento

Naturalmente, diventare un pro player è difficile. Come in ogni sport, l’allenamento rimane una fase importantissima. Oltre ad abilità e passione, occorre pratica costante, a prescindere dal gioco scelto. Bisogna esercitarsi quotidianamente per migliorare le capacità, conoscere a fondo la meccanica di gioco, provare diverse strategie. E anche testare i propri tempi di reazione. Alcuni esperti consigliano di giocare sempre in modalità competitiva.

C’è molto da imparare anche osservando i migliori giocatori, su video e live streaming, per apprendere le tecniche di gioco. È utilissimo anche rivedere e analizzare le proprie partite, imparando dagli errori.

Molti professionisti si allenano per quattro ore al giorno, alcuni per sei/otto ore, arrivando anche fino a dieci ore. Alcuni preferiscono l’allenamento in team, ma sempre integrato con diverse ore di allenamento single player.
Però, tutti concordano sul fatto che l’eccesso non serve. Allenamenti severi e programmi impegnativi di tornei possono causare nel tempo problemi di burnout.
È importante, pertanto, bilanciare l’allenamento con attività extra-gioco. Prendere almeno una pausa di cinque-dieci minuti ogni ora, alzarsi e lasciare lo schermo per far riposare gli occhi.
Anche lo stretching è estremamente importante per evitare lesioni ai polsi, al collo e alle spalle, conseguenze di sessioni prolungate. Si può fare direttamente alla scrivania, tra una partita e l’altra o tra le varie fasi di gioco.
Va anche mantenuta alta la soglia di attenzione, altrimenti fermarsi.
Le sessioni vanno alternate con l’esercizio fisico e uno stile di vita sano con alimentazione e orari di sonno adeguati. Bisogna mantenere attivi studi, lavoro, vita sociale e familiare, evitando di isolarsi.

 

allenamento coaching videogiochi
Anche nei videogiochi allenamento costante e disciplina sono aspetti fondamentali per ottenere i risultati desiderati

 

Il primo obiettivo: entrare a far parte di una squadra

Scalare le classifiche, inserendosi tra i migliori, aiuta a mettersi in evidenza e iniziare la carriera in una squadra amatoriale. E da questa progredire verso un’organizzazione professionistica.
Interagire con il team e con altri giocatori, è utile sia per il multiplayer sia per il single-player.
Alcuni siti offrono forum e strumenti di comunicazione e sono spazi di reclutamento per le squadre amatoriali.
Inoltre, i canali Discord privati consentono di giocare in scrim con gamer prestigiosi, ponendosi all’attenzione delle organizzazioni professionistiche.

In Italia, nel 2020, è stata creata la eSerieA TIM, primo e-campionato professionistico con diverse squadre della massima divisione. E nello stesso anno la FIGC ha istituito anche la eNazionale, la Nazionale di eSports.
Da allora, sempre più squadre italiane considerano i professionisti di FIFA e PES dei veri e propri giocatori della società. Per molti ragazzi rappresenta l’opportunità di appartenere alla squadra preferita o perfino alla Nazionale, anche se non come reali calciatori.

 

Un aspetto importante, spesso sottovalutato, per diventare gamer professionista: vivere la community

Per quanto conti il talento individuale, vivere la community di un gioco è essenziale per avanzare in carriera. È bene confrontarsi assiduamente con gli altri giocatori, su bacheche, forum e canali dedicati. Serve per seguire l’evoluzione del videogioco e approfondirne gli aspetti. Inoltre, la community aiuta molto a mantenere nel tempo motivazione e interesse.

 

Come farsi notare da un team di eSports in qualità di pro player?

Spesso sono i team stessi ad organizzare tornei per fare scouting di nuovi player. Non necessariamente i più forti, ma i più promettenti, con grande potenziale, per perfezionarli e maturarli. Alcuni team hanno addirittura staff specializzati in questa attività.
Come nel calcio tradizionale, anche negli eSports operano i talent scout, che notano i giocatori che si distinguono.
Il principale canale di eSports utilizzato per lo scouting da diverse organizzazioni è Twitch.

In genere si può essere contattati da squadre minori, team professionistici, procuratori e agenzie.
Alcuni team sono solo piccoli gruppi di giocatori talvolta formatisi per organizzare un torneo.
Parteciparvi può significare unirsi e condividere emozioni e aspettative, ma si rischia di relegarsi in un ambiente senza ambizioni. Generalmente non si percepisce uno stipendio.
Esistono poi team importanti, economicamente dotati, che forniscono rimborso spese o anche stipendio fisso. Contratti a lungo termine potrebbero però risultare un vincolo per progredire in carriera.
I procuratori, spesso associati in agenzie, curano gli interessi dei singoli giocatori come fossero liberi professionisti. Figure in rapida crescita, puntano a massimizzare il guadagno. Ma anche in questo caso occorre valutare bene i contratti troppo lunghi.
Da qualche anno alcune società professionistiche, come quelle del calcio, si affidano ad agenzie e team per ingaggiare i pro player. Mentre altre preferiscono stipulare direttamente i contratti, senza intermediari.

 

Ultimo step: partecipare ai tornei

Per diventare gamer professionista occorre esibire le proprie abilità e il proprio talento, partecipando ai tornei e scalando le classifiche. I principali titoli eSports di oggi prevedono un sistema di ranking online ben definito.
Inoltre, occorre essere competitivi sia online che in LAN. Infatti, superate le prime sfide in multiplayer online, verrà il momento dei tornei LAN, in presenza fisica.
All’inizio è consigliato scegliere, consapevolmente, tornei locali semplici per fare esperienza e poi passare a quelli nazionali e internazionali. Inoltre, le fasi finali di diversi tornei si svolgono generalmente in modalità LAN. Pertanto, è importante abituarsi a questo ambiente ove occorre ostentare un comportamento sicuro.
Un altro modo per diventare videogiocatori professionisti e avvicinarsi alle organizzazioni da gaming è partecipare alle leghe nazionali. Esistono diversi tornei che permettono di mettersi in mostra. L’azienda tedesca Electronic Sports League (ESL), organizzatrice mondiale di competizioni eSports, è attiva anche in Italia con tornei che offrono ottima visibilità e allettanti montepremi.

 

vincitori torneo esports
Un team eSports che festeggia una gloriosa vittoria innalzando il trofeo tutti insieme come una vera squadra

 

Bonus: ruolo dei Social

Oggi il mondo dei social è estremamente importante anche per diventare professionista di eSports. Non è difficile, infatti, ottenere visibilità e fama in tutto il mondo sulle reti pubbliche come Twitch, YouTube, Twitter, Instagram.
Essere bravi nel videogioco è importante, ma bisogna anche mostrare altre qualità personali, e una convincente immagine di sé stessi.
In effetti, sono tanti i videogiocatori che non hanno vinto o nemmeno partecipato a tornei professionali. Ma alcuni riescono a catturare l’interesse dei followers ed essere reclutati dai team anche fuori dalla mera skill in partita.

 

Quanto guadagna un gamer professionista?

Aziende, brand e investitori ormai utilizzano come veicolo pubblicitario gli eSports, considerati un trait-d’union con i giovani.

Il giro d’affari è stimato in oltre 1mld di dollari e l’utenza in oltre 470mln followers. Le entrate stimate dovrebbero raggiungere 1,62mld di dollari entro i prossimi due anni. Sono anche aumentati i montepremi dei tornei più famosi. Ad esempio, il The International 2021 di Dota2 ha superato i 40mln di dollari.

Un gamer professionista ha numerose fonti di guadagno. Cerchiamo di dare un’idea ricavata dal web.

 

Lo stipendio di un gamer professionista

Dove gli eSports sono meno evoluti, come l’Italia, gli stipendi prevedono cifre piuttosto modeste.
Dove invece gli eSports sono sviluppati, gli stipendi dipendono dalla dimensione della Società, dal livello del giocatore e dal tipo di eSport. Secondo il sito specializzato esportsgrizzly, gli stipendi dei gamer professionisti possono raggiungere mediamente 50.000 – 75.000 dollari all’anno.

Esistono anche casi clamorosi. Ad esempio, il contratto triennale di 2 milioni di dollari l’anno di un campione di LoL. Oppure gli stipendi di circa 400mila dollari l’anno dei professionisti della LCS. O anche gli oltre 800mila dollari percepiti dal campione di Counter Strike nel 2022. O i professionisti di Valorant con stipendi medi mensili di 20-40mila dollari.

Tuttavia, nel caso dei “picchiaduro” la media scende a 1.000 – 5.000 dollari al mese.

 

Un’altra tipologia di gamer professionista: il Content Creator

Il content creator viene reclutato dai team eSports secondo criteri e obiettivi. Il suo compito non sarà partecipare ai tornei, ma appunto “generare contenuti” per la community di fans che segue il team. Sarà quindi scelto per la sua capacità di intrattenere e coinvolgere il pubblico, piuttosto che per le abilità manuali in game.

Alcuni professionisti di videogiochi guadagnano dai contenuti pubblicati online, soprattutto su due piattaforme principali di live streaming, YouTube e Twitch.

Molto redditizia è Twitch, dove gli streamer possono interagire direttamente con i fan e guadagnare tramite iscrizioni, abbonamenti e donazioni.

 

La scuola per diventare gamer professionista

I campioni dello sport si allenano in palestra, e quelli degli eSport?

Purtroppo esistono pochissime possibilità ad oggi, soprattutto in Italia, di ricevere una formazione professionale nel mondo del gaming. Manca la concezione che i videogiochi vadano trattati con la giusta serietà, come in qualunque altro settore dell’intrattenimento. Necessitano e meritano di essere insegnati da professionisti che per anni hanno studiato e perfezionato le proprie tecniche. Non comprendere la serietà di questo settore è offensivo e denigrante per le migliaia di professionisti e milioni di giocatori/spettatori che ne fanno parte ogni giorno. Significa pensare che questi ragazzi abbiano raggiunto determinati traguardi “per caso”, o “per fortuna”. Ma sappiamo bene che non è così… Dunque come risolvere questa situazione?

 

Ci tocca rimboccare le maniche e pensarci noi!

 

La nostra risposta è Sweech, la prima piattaforma interamente dedicata al coaching di videogiochi, dove mettiamo in contatto Maestri desiderosi di trasformare gli anni di esperienza in un vero lavoro e Studenti, desiderosi di coltivare la propria passione e scoprire il proprio talento.

Lascia il tuo commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *